• … si perde tutto chi non si ferma mai •

In questi giorni non si parla d’altro che di neve e di maltempo.
Quando ormai sembrava che la primavera fosse alle porte e che la neve per quest’anno non si sarebbe vista… è nevicato. Ma è nevicato tanto eh. Tanto che le scuole sono rimaste chiuse, così come la maggior parte degli uffici. Io non sono riuscita a partire per Milano e siamo stati costretti ad un giorno di vacanza “forzata”.
Visto che avevo preparato tutto per il viaggio e che ci tenevo a salire per vedere persone e colleghi a cui tengo molto all’inizio non sono stata molto felice all’idea di rinunciare.
Poi però ho pensato che alla fine non potevo farci molto e che là fuori c’era un tappeto bianco bellissimo, come non ne vedevo davvero da anni.
Niente, tolto il pigiama e trovati gli scarponcini adatti sono uscita in giardino a guardare la neve che continuava a cadere, a sentire il silenzio ovattato e quasi irreale e a osservare il mio giardino completamente imbiancato.

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Che freddo e che bello.
E’ vero, sono la prima a dire che la neve è più bella in montagna perché dove non si è pronti e attrezzati crea disagi, fa rimandare appuntamenti di lavoro e fa rinunciare anche a cose importanti.
Però ci ferma e noi non ci fermiamo mai. Mai, corriamo sempre da una parte all’altra, in mezzo a un frastuono di cose che si inseguono, a volte senza senso. Sempre connessi, sempre appesi a un telefono.
La neve, in una notte, ci riporta  alla normalità dei fatti: è normale che a volte succedano cose che non possiamo controllare, è normale che a volte si debba rallentare, è normale che a volte ci si debba fermare*.

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C’è una canzone che dice sai che chi si ferma è perduto ma si perde tutto chi non si ferma mai, ed ha ragione.
Quante cose ci perdiamo ogni giorno a testa bassa?
Quante cose ci passano accanto perché dobbiamo correre e correre e correre?
Ci vorrebbero più giornate come questa, che ti ribaltano i piano, che ti fanno venir voglia di preparare l’impasto per la pizza di giovedì, quando di solito di giovedì tra una cosa e un’altra non fai mai la pizza in casa. Giorni in cui, nonostante avresti cose da fare, ti prendi un po’ di tempo per recuperare la stanchezza, per rallentare.
Lentezza, che bella parola. Se potessimo fare tutto con un po’ più di lentezza riusciremmo a goderci anche le piccole cose, che ci passano accanto senza che abbiamo nemmeno il tempo di accorgerci di loro.

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Buona neve, buona pausa, buona fine (?) dell’inverno.

G.

* ovviamente senza considerare le situazioni in cui fermarsi non è davvero possibile per ragioni gravi, che siano di lavoro, di salute o di qualsiasi altra natura.

• M’innamoravo di tutto, m’innamoravo di Faber •

In questi giorni è stata trasmessa su Rai1 la fiction Principe Libero, dedicata a De André. Ho letto tantissime critiche, tantissime cose che mi hanno fatto arrabbiare, pensare… e venire voglia di scrivere. E tra le poche certezze che ho nella vita c’è questa: quando qualcosa mi fa venire voglia di scrivere… va bene.
La fiction mi è piaciuta. (Qualcuno dei miei (meno di) venticinque lettori  adesso dirà che questo dipende dal fatto che del cantautore genovese io non abbia mai capito niente… pazienza).
Però non è del film che vorrei parlare. Del resto, chi mi conosce sa che considero Luca Marinelli uno dei più bravi, non solo della sua generazione, e sa che amo da sempre quelle canzoni… non era difficile conquistarmi, anche se non è per questo (o solo per questo) che il film mi è piaciuto.
A prescindere dal motivo, sentire in prima serata su Rai Uno tutta quella bellissima musica, al posto dei pianti dei naufraghi, delle star che ballano, degli show di imitazioni… è stato davvero bello e confortante. Come un vecchio amico, uno zio, qualcuno di molto caro che torna a salutarti e a dirti che le cose non vanno poi così male. (Un po’ come quello di cui vi parlavo nell’ultimo post, ricordate?)

Alla fine del film mi sono tornati a mente mille ricordi e ho realizzato quanto la musica di De André sia al mio fianco praticamente da sempre, anche senza dover stare sempre in prima linea, anche a bassa voce.
Ho pensato a quando frequentavo il corso pomeridiano di chitarra alla scuola media e l’unica cosa che sapevo e volevo suonare era Il pescatore.
Ho pensato al “mio” primo disco di Faber, M’innamoravo di tutto, ascoltato cento e cento volte in macchina, sul sedile posteriore, cantando e guardando fuori dal finestrino, in viaggio insieme ai miei genitori.
Ho pensato a quando babbo mi cantava La canzone di Marinella per addormentarmi, a quando mio fratello non aveva ancora tre anni ma appena salivamo in macchina diceva “bocca”, perché voleva ascoltare Bocca di rosa (nella versione di Ornella Vanoni, che è sempre rimasta la sua preferita e se non lo scrivo poi se la prende).
Ho pensato a Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers, che De André scrisse con Paolo Villaggio quando ancora erano studenti di giurisprudenza… quante volte mi è venuta a mente preparando gli esami?
Ho pensato a Non al denaro né all’amore né al cielo, a Anime Salve a Le Nuvole, a Storia di un impiegato.
Ho pensato a Rimini, a quella Teresa che ho sempre immaginato così vicina da credere di conoscerla, tanto da farmi innamorare di quel nome.
Ho pensato a quando ero in tour con Marco Masini nel 2013 e suonammo in due teatri in cui era appena passato il tour del figlio Cristiano e ritrovai le sue scalette dietro le quinte, con tutti i titoli delle canzoni di Faber e gli appunti a lato… non so come mai non ne portai via una, a ripensarci adesso. Forse per rispetto, forse per ingenuità, forse per lasciare sul tavolo un avanzo di magia, come direbbe qualcun altro.
Ho pensato alla mia tesina per l’esame di maturità: per filosofia avevo deciso di portare La buona novella, ricollegando il disco alla filosofia di Kierkegaard (collegamento che adesso vi risparmio, non vi preoccupate) e iniziando la mia interrogazione cantando un accenno de L’infanzia di Maria.
Ho pensato a tutte quelle sigarette, all’ultimo concerto, alla scenografia con le carte.

Sono corsa a riprendere M’innamoravo di tutto, che ormai ha la custodia di plastica rotta e a volte salta perché a forza di usarlo si è rigato.

Quante volte lo ho e lo abbiamo ascoltato? Quella versione di Marinella in duetto con Mina…
E’ incredibile quante cose possano legarsi a qualche canzone (ma… poi è davvero solo “qualche canzone”?).
In mezzo a qualche lacrima e alla voglia di riascoltare tutto il possibile mi viene da dire grazie.  Dobbiamo parlare dei nostri poeti, dei nostri cantautori. Dobbiamo cantare le loro canzoni, diffondere e difendere le loro parole. Non soltanto nel momento di un anniversario, di un compleanno, di una ricorrenza. Dobbiamo farle suonare, sui palchi, nelle case, sottovoce, per le strade. Dobbiamo impegnarci a non dimenticarle mai, a regalare loro l’immortalità che si meritano.
La bellezza non ha tempo, la musica non ha età… grazie a Dio.

G.

Ah… Non vi ho messo i link a De André e a tutti i titoli degli album e delle canzoni… un po’ perché spero li conosciate già, un po’ perché spero vi venga voglia di ascoltare (o riascoltare) tutto, con l’attenzione che merita.

• Occhi aperti, testa alta •

A volte capitano le giornate NO.
Capitano anche le settimane NO e questa è una di quelle.
Senza stare a fare il conto delle mie disavventure, è così. Tra le altre cose, le temperature sono calate e uscire di casa (per quelli come me che devono rinunciare a quel po’ di decenza che rimane per coprirsi dal freddo) diventa più faticoso.

Fortunatamente sono dovuta andare a Firenze qualche giorno fa (per Music Box de La Repubblica di Firenze, se vi va di dare un’occhiata a questa intervista con live session super acustica vi lascio il link QUI).
Tra gli impegni da ricordare, gli orari da rispettare e la faccia immersa nella sciarpa, stavo camminando a testa bassa. Poi all’improvviso ho alzato lo sguardo, forse perché mi sono ricordata di dove mi trovavo, forse per caso. E così l’ho vista, una delle cose più belle del mondo, lì a portata di mano, alla portata del cuore (come mi piace cantare in “Troppo lontani”).

(Non è granché questa foto, ma rende l’idea).

Siamo costantemente circondati da cose belle e ce ne accorgiamo di rado. Mi capita spesso di pensare così: è successo un paio di giorni fa, attraversando di corsa Piazza dei Miracoli, o un mesetto prima, ritrovandomi sul Lungotevere romano, reso ancora più bello dall’esplosione dei colori autunnali.
Vorrei essere meno di fretta, vorrei godermi di più le cose che faccio, vorrei non avere paura di quello che verrà domani, vorrei riconoscere tutte le cose belle che incontro per strada. Che si tratti di vere e proprie “meraviglie del mondo” o che siano piccole cose (che poi tanto piccole non sono mai), non importa.

Spesso le persone mi chiedono perché si scrive una canzone, se si tratti sempre di ispirazione, se siano sempre cose vissute in prima persona. Io (che chiaramente posso parlare solo per me e quello che riesco a scrivere io) non lo so perché succede, a volte arriva da sé a volte sembra un’impresa impossibile, ma succede. A volte penso che le canzoni arrivino per farci capire qualcosa. Come se volessero venirci a cercare per dirci “Ehi, guarda qui!”. A me è successo. Quando ho scritto “Un inizio migliore”, che poi ha trovato un posto nell’album, non pensavo che mi sarebbe venuta a cercare così spesso per ricordarmi che perché la bellezza venga a salvarci dobbiamo essere capaci di fermarci ad ascoltare e di farci trovare.
Occhi aperti e testa alta, sempre.

G.

• Rimedi al freddo (col cavolo!) •

Qui è arrivato l’inverno. Per poterlo dire dovrei aspettare il 21 dicembre ma l’aria è proprio quella: fredda e pungente. Io sono già passata alle sciarpe giganti, che saranno la mia coperta di Linus almeno fino ai primi accenni di primavera. Fosse per me avrei già cosparso tutto di lucine e tirato fuori gli addobbi di Natale. Lo so, è presto, ma per me l’arrivo dell’inverno si porta dietro automaticamente tutto il mondo natalizio. Forse perché non sono una grande amante del freddo e mi piace vedere le case illuminate e i paesaggi riscaldati dall’aria di festa.

Come tutte le stagioni anche il freddo ha le sue perle: per me che sono toscana il cavolo nero è una meraviglia. Per tradizione di solito si usa per preparare le zuppe ma ci sono tantissimi altri modi di usarlo!

Ormai vi ho raccontato tante volte quanto mi piace cucinare… con questo post torno a condividere con voi una ricetta! Sto cucinando e ho pensato di raccontarvi questo piatto povero è semplicissimo ma buonissimo: la pasta al pesto di cavolo nero. Uno dei miei “comfort food” per eccellenza.

Lo conoscete? No? Ok, è la cosa più facile del mondo.

Serve ovviamente il cavolo nero. Io avevo questo mazzetto qui:

Si lavano le foglie e si tolgono le coste più grandi, che altrimenti sarebbero una consistenza meno piacevole al pesto. Si fa cuocere il cavolo, e qui ci sono due possibilità: o si passa in padella con aglio, un filo d’olio è un po’ di acqua calda oppure si può sbollentare in acqua per pochi minuti. Durante la cottura si aggiunge un po’ di sale e una volta cotte, si lavorano le foglie col frullatore ad immersione, per ottenere un composto cremoso. (Conviene capire man mano quanta acqua di cottura utilizzare, per non rischiare che una volta frullato risulti tutto troppo liquido).

A questo punto, spazio alla fantasia e al gusto personale: il pesto è pronto, basta condire con un filo d’olio e un po’ di pepe… però si possono aggiungere anche formaggi e frutta secca (mandorle, pinoli, noci) per arricchirlo, come si fa con tutti i pesti! Secondo me l’abbinamento migliore è con la ricotta e il pecorino, ma sta molto bene anche con il parmigiano o con formaggi cremosi come Philadelphia.

Ecco qua il risultato! Il profumo è fantastico…

E le vostre ricette comfort per affrontare meglio l’inverno? Mi raccontate qualcosa nei commenti?

Io assaggio e vi aspetto al prossimo post!

• Mila e Shiro… torno a giocare a pallavolo •

Anni fa giocavo a pallavolo.
Non sono mai stata brava ma mi piaceva e poi, si sa, lo sport fa bene.

Ho smesso di giocare, mi sembra, in quarta liceo, dopo essermi operata al ginocchio (ipertrofia della plica, menisco e altre cose poco simpatiche ma niente di grave). In realtà  nessuno mi aveva consigliato o imposto di smettere, solo di aspettare i tempi giusti. Io però mi sono fatta spaventare (mai stata un cuor di leone per queste cose) dai primi dolori, dal pavimento duro e dall’insicurezza… e quindi ho smesso.

Ho sempre seguito le gare internazionali delle nazionali maschile e femminile, soprattutto Mondiali e Olimpiadi, ma dopo l’Olimpiade di Rio è cambiato qualcosa. Non lo so perché… anzi, forse sì: era impossibile non farsi travolgere dalla passione di quei ragazzi, dalla scalata fino alla finale contro i padroni di casa… voglio dire, se avete visto la partita contro gli Stati Uniti (e avete ascoltato le telecronache Antinelli – Lucchetta) sapete di cosa sto parlando. (Anzi, se volete farvi tornare un po’ d’ansia, QUI c’è un video con la serie di ace firmata da Zaytzev che ha portato alla vittoria (insperata!) del terzo set…  con una telecronaca in russo o una lingua simile che non conosco, ma vale la pena!)

Ma torniamo a noi…
Ho iniziato a pensare che sarebbe stato bello poter giocare ancora, poter fare qualche palleggio, senza grandi pretese.
Poi è passato un altro anno tra “vado a camminare il più possibile” (piove, freddo, vento, caldo, troppo caldo), “torno in palestra?” (noia) “mi iscrivo in piscina?” (il nuoto fa benissimo, lo so, e mi piace tantissimo, ma qui è scomodo, la provincia ha i suoi difetti).
Un’altra estate, un’altra competizione internazionale che ti inchioda alla tv e ti fa tornare la voglia (sì, l’europeo non è andato tanto bene, ma vabeh).
E allora ho pensato che sarebbe stato ganzo se avessi trovato una squadra con cui allenarmi… senza fare un campionato vero, ci mancherebbe, ma intanto rimettersi in movimento, riprendere in mano il pallone.
Poi ho visto un post su FB e non ho resistito.
Niente, ho saputo che dei ragazzi del mio paese stavano mettendo su una squadra amatoriale mista e mi sono lanciata!

Sì, sono tornata a fare l’alzatrice.
No, non sono brava.
Sì, mi piace tantissimo e mi diverto.
Vi starete chiedendo perché ve lo sto raccontando, magari starete iniziando a canticchiare la sigla di Mila e Shiro, perché la sanno tutti (sì, la sai anche tu, ammettilo!).

Ho pensato di raccontarvelo perché questa cosa mi ha fatto riflettere.
Ho capito che a volte le cose si possono fare, anche se è troppo tardi. Capita che sia troppo tardi: non diventerò mai una campionessa del volley, forse non imparerò mai nemmeno a fare un servizio serio dall’alto, che vada aldilà della rete senza esitazioni. Ma non importa, anche perché non tutte le cose si fanno o devono essere fatte per ottenere qualcosa. A volte basta quello che ci muove, quello che sentiamo, anzi credo che debba essere sempre quello a darci la direzione: le sanzioni che abbiamo, la voglia di fare qualcosa, che può essere saltare dietro ad un pallone o dipingere un quadro, scrivere una poesia, cucire un vestito, inventare una ricetta, fare un viaggio, vedere un film, restare un pomeriggio sul divano.

Dicendo “ho ricominciato a giocare a pallavolo” ho ricevuto commenti divertiti, qualcuno si è stupito, qualcuno mi ha bonariamente preso in giro.
Io mi sento bene.
Mi piace la stanchezza bella che ho dopo l’allenamento (anche se la mattina dopo la sveglia presto è una tragedia), mi piace il fatto di allenarmi con altre persone e non dover cercare la voglia di vestirmi per uscire e andare in palestra ad allenarmi “da sola”. Mi piace il fatto di aver conosciuto nuovi amici, di essere parte di una squadra, di aver rimesso le ginocchiere e di ritrovarmi a volte per terra senza pensarci, per poi ridere con gli altri, rialzarmi e ricominciare.

Tutto questo per dirvi di seguire le vostre passioni, anche piccole, anche con poche aspettative. Non vi fermate di fronte al fatto che sia troppo tardi, che sia una cosa che farà sorridere gli altri, che sia qualcosa in cui non siete bravi (è importante essere bravi? è possibile essere sempre bravi?).
Che sia uno sport, un’attività creativa, una passione qualsiasi… coltivatela, fatela crescere, tenetela al caldo e dategli affetto… non potete nemmeno immaginare quante cose vi torneranno indietro, vi travolgeranno e vi faranno stare bene.

• Il suono di novembre… una nuova playlist •

Novembre è un mese strano. Un po’ come aprile: non so perché ma questi due mesi per me rappresentano sempre un passaggio, un momento particolare che un po’ porta inquietudine un po’ mi fa venire voglia di vedere dove a finire.
L’autunno avanza lentamente e ci regala mille colori, che cambiano e rendono tutto magico: guardate questa foto che ho fatto a Roma qualche giorno fa, non è meraviglioso?
A volte penso che forse la mia stagione preferita dovrebbe essere l’autunno e non la primavera… le foglie rosse e gialle sono quasi più belle dei fiori. Quasi. Penso che il vero problema si l’avanzare del freddo, se non fosse per quello l’autunno sarebbe la mia stagione preferita.
Ma non divaghiamo! Come ogni mese, anche novembre ha le sue canzoni e i suoi perché… e allora anche stavolta c’è una nuova playlist che vi aspetta su Spotify, con dieci brani diversi, ma legati da qualcosa che mi fa comunque pensare a questo periodo dell’anno, al rumore delle foglie secche calpestate per strada, alle mille tazze di tè che bevo, al plaid sul divano, alle castagne, alle zucche, ai cappotti che stanno per uscire dagli armadi e alla luce che cambia e diventa morbida e bellissima.
unnamed-6.jpgEcco le 10 canzoni che ho scelto per questo mese…

“SKINNY LOVE” Bon Iver: il suono di un mese come novembre secondo me è esattamente questo.

“VENTO D’ESTATE”: Sì, la conoscete tutti benissimo. E’ una canzone bellissima che fa parte del mio mondo praticamente da sempre. Per questo abbiamo scelto di inserirla nel disco e di darle un vestito nuovo, che assomigliasse a quello che questa canzone è diventata per me in questi anni. Questa “Vento d’estate” è la “mia” versione di una delle mie canzoni preferite.  Questo è quello che abbiamo cercato di riportare nella nostra versione, impreziosita dai suoni elettronici e dal bellissimo sax suonato da Stefano Riggi. “Vento d’estate” per me è uno stato d’animo malinconico, autunnale che assomiglia alla voglia di perdersi al mare in un giorno di ottobre/novembre. Buon ascolto. 

“PANAMA” Ivano Fossati: di andare ai cocktail con la pistola non ne posso più. Quando torna la nostalgia delle canzoni di Fossati (tra le più belle di sempre, secondo me), riparto sempre da Panama per  tornare a casa.

“BABY I’M A FOOL” Melody Gardot: una voce meravigliosa. Melody Gardot è un’artista preziosa, che regala canzoni e arrangiamenti bellissimi. Qui c’è tutta la sua eleganza e dolcezza. Bellissimo anche il video, date un’occhiata se non lo  avete mai visto.

“DISTANTE” Meg: cambio totale di atmosfere, l’elettronica travolgente di Meg mi mette sempre di buon umore. Passami le sneakers, è meglio scappare.

“PERTURBAZIONE ATLANTICA” Carmen Consoli: su di lei non c’è molto da dire, questa canzone è bellissima e sta all’interno di un disco bellissimo di cui adoro tutto: tesi, arrangiamenti, melodie… Vorrei riportare qui tutto il testo ma sarebbe un po’ impegnativo per voi… non temete, vi regalo solo questo: Signora abbia pazienza, le piante non hanno fretta o scadenza è solo questione di poche settimane perché temere che non possano sbocciare?

“QUELLO CHE VUOI” Zibba: Zibba è tornato, con una gran bella canzone. Ho avuto il privilegio di vederla nascere e di seguirne le evoluzioni, di mettere la mia voce nei cori, insieme ad altre ragazze bravissime. Go and check it!

“I’M GONNA SIT DOWN AND WRITE MYSELF A LETTER” Paul Mc Cartney: Che bello, sì, anche dopo i Beatles. Ogni tanto mi torna la voglia di riascoltare questa canzone e stavolta la voglio condividere con voi!

“TRE COSE” Malika Ayane: un po’ di spensieratezza è essenziale per questo mese di preparazione all’inverno e al freddo. Ritmo ed eleganza, come solo Malika sa fare.

“SORNIONE” Daniele Silvestri feat. Niccolò Fabi: una delle canzoni più belle del suo genere, negli ultimi anni. Ho perso il conto a dire la verità, ma lei rimane sempre bellissima.

Per ascoltare la playlist basta un clicl QUI!

Aspetto i vostri suggerimenti, le vostre opinioni su queste canzoni e aspetto di sapere quali sono le vostre canzoni di novembre…
Buona musica, buon nuovo mese!

G.

• Ottobre suona così… •

E’ già arrivato ottobre.
Sembra una frase fatta ma in realtà questo ultimo periodo sta letteralmente volando via. Nuovo mese, nuova stagione.
Il fatto che si vada verso l’inverno non mi piace molto, perché  soffro il freddo e so già che inizierò a impigrirmi di nuovo, senza avere voglia di uscire la sera. Il letto tornerà ad essere il mio luogo preferito.
Ma non disperiamo: autunno vuol dire anche zucche, tè caldi, plaid, comfort food, foglie gialle e marroni, castagne, vellutate. Ottobre è un bel mese, un mese arancione, di passaggio, di luce che cambia, aria che si raffredda e alberi che cambiano forma.

E allora, provo a dare un suono a questo mese nuovo, appena iniziato.

Ecco la playlist che ho pensato di condividere con voi su Spotify…

#TuttoBeneOttobre2017:

“DIVENTI INVENTI” Niccolò Fabi: la nuova canzone (a sorpresa) di uno dei miei artisti preferiti. Tirare le somme o forse solo andare dritti verso il futuro e tutto quello che verrà… “il mio capitale vale solo mille vele, basta un po’ di vento e mi prendo tutto il mare, e naufragare”.

“UN JOUR” Hindi Zahra: una cantautrice che adoro. La sua voce accompagnata dal sound delle sue produzioni è pura magia, che sa di oriente, di lingue e culture diverse che si incontrano e si parlano.

“SPOILED” Joss Stone: non poteva mancare una ballata blues per l’inizio dell’autunno… con la voce meravigliosa di Joss Stone diventa tutto più semplice poi.

“WALTER IL MAGO” Ligabue: una delle mie canzoni preferite di Liga (sì, sono una fan di Ligabue, anche se fuori allenamento). Abra cadabra… Walter è uno “zingaro di lusso”, racconta di donne che lo aspettano in città lontane, ha trucchi ormai vecchi e le magie migliori accadono solo a casa sua quando può vederlo solo il suo cane… Ma da Mario, per gli amici, era pur sempre una star.
Questa versione live è davvero bellissima.

“STELLE BUONE” Cristina Donà: c’è un’altra giornata d’amore da preparare… uno dei tanti capolavori di questa meravigliosa cantautrice.

“CITY OF STARS” La La Land: una canzone magica, colonna sonora di La La Land, dolcissima nella versione in duetto tra Ryan Gosling e Emma Stone. Una melodia che non si può fare a meno di canticchiare in continuazione.

“RIMANDO” Musica Nuda: una delle mie canzoni preferite di questo duo fantastico e imprevedibile. Petra Magoni e Ferruccio Spinetti con una voce e un contrabbasso fanno miracoli… vedere e ascoltare per credere!

“YOUNG BLOOD” Norah Jones: our fears are only what we tell them to be… un promemoria importante.
(Messaggio tra le righe per babbo Natale: per l’inverno che verrà mi servirebbe proprio un cappello rosso come quello che Norah indossa nel video di questa canzone!).

“MARMELLATA #25” Cesare Cremonini: nell’attesa che esca il disco nuovo, divoro marmellata quella che mi nascondevi tu… l’ho trovata. Una canzone che non invecchia mai.

“NODI”: quando ho scritto questa canzone non ho capito subito quanto fosse importante per me. Nodi da sciogliere per camminare ancora, verso la stagione nuova, a braccia aperte.

Ci sentiamo con tutte queste canzoni a QUESTO LINK… aspetto di sapere cosa ne pensate e quali sono le VOSTRE canzoni per il mese di ottobre.

Buona musica, buon ottobre!
G.

• Su VOLUMEET… è nato il Fan Club! •

Con Chiara ci conosciamo da anni, tramite Facebook, amicizie comuni, qualche passione condivisa… però fino a poco tempo fa non ci eravamo mai incontrate. Mi ha scritto questa estate per parlarmi di un progetto e per farmi una proposta che inizialmente mi è sembrata strana, per non dire assurda: aprire il mio fan club. (Sì, lo so: può sembrare abbastanza improbabile, vi avevo avvisato). Dopo aver superato lo stupore iniziale ho ascoltato quello che aveva da dirmi e… ho “dovuto” cambiare idea!

Chiara lavora con un gruppo di ragazzi che ha messo su VOLUMEET: una piattaforma nuova e veramente interessante, dedicata agli artisti del mondo della musica e ai loro fan. Su Volumeet ci si iscrive in un attimo (anche accedendo direttamente con le credenziali Facebook!) e si possono seguire gli artisti che ci interessano, trovando nello spazio loro dedicato una vera e propria raccolta di tutto quello che hanno pubblicato sui vari social: Instagram, Twitter, pagine Facebook (forse ne esistono anche altri ma io ancora lo devo scoprire!)… quindi, insomma, si può rimanere sempre aggiornati con il minimo sforzo su tutte le attività in programma, dai live alle nuove uscite discografiche, alle foto personali postate così per raccontare un po’ di sé!

Ma, veniamo a noi e non ci perdiamo troppo: Volumeet offre a noi artisti (sì, anche di piccole dimensioni!) la possibilità di avviare l’esperienza del fan club utilizzando la loro piattaforma (con grandissimi aiuti e facilitazioni tecniche, economiche, ma anche relative alla pazienza e alla capacità di gestire un sito!) per potersi connettere in modo più approfondito con chi volesse seguire più da vicino il nostro percorso… sembra una cosa banale ma vi assicuro che non lo è!

Il mio FC è stato attivato da pochissimo e al momento comprende un abbonamento annuale unico, di 12€, con il quale si ha accesso (per ora!) a una serie di contenuti digitali esclusivi e alcuni gadget (compresi quelli nati dalla collaborazione con gAnzo!)… man mano che il fan club crescerà e si stabilizzerà aggiungeremo altri vantaggi per chi volesse partecipare e magari modalità di abbonamento differenziate… per adesso partiamo così, che è già una grande cosa!

Se non fossi stata chiara ed esaustiva… i ragazzi vi spiegano tutto molto meglio di me, con un post  sul loro blog che trovate QUI !

C’è anche un’altra cosa all’attivo, un gioco che durerà solo fino al 12 ottobre e che vi potrebbe permettere di vincere un concerto acustico a casa vostra, una strofa di una canzone dedicata a voi o un’esperienza di backstage… è molto semplice: andate sulla mia PAGINA FACEBOOK e cliccate sul pulsante per inviare un messaggio privato: nella chat si aprirà automaticamente un quiz a risposta multipla! Sono sei domande alla volta e si ottiene un punteggio in base al numero di risposte date e al tempo che si impiega per rispondere… si può giocare due volte al giorno o anche di più, invitando a partecipare qualche amico! Oppure… ecco qui il LINK DIRETTO per giocare https://www.m.me/giuliapratelliofficialpage Fatevi sotto, magari veniamo a suonare qualcosa direttamente sul vostro divano 😉

Se qualcosa non fosse chiaro, me lo scrivete in un commento qua sotto e provo a spiegarvi tutto meglio, che dite?

Grazie di cuore a Chiara, Massimo e tutta la squadra di Volumeet per avermi coinvolto nella loro avventura e aver creduto in me e nelle mie canzoni!

E quindi, sì, mi sembra un po’ strano ma… è nato il fan club! Se volete proseguire questa avventura al mio fianco e vedere insieme dove porta questa strada… salite a bordo, io vi aspetto ❤️

G.<<<<<<<

• Colazione: always a good idea •

Sì, vi ho già parlato di quanto mi piaccia cucinare (ad esempio qui e qui).
Passato il periodo in cui accendere il forno sembrava una follia (qui sta piovendo da giorni e ho dovuto riprendere dall’armadio il piumino più leggero e gli stivali di pelle, non dico altro),  con l’arrivo dell’autunno torna automaticamente e di diritto anche  delle cose che adoro di più in assoluto: preparare le torte per la colazione.
La questione ovviamente si collega a quella di cui sopra: essendo una fan delle torte fatte in casa, come quella di mele a ciànfera, anche le torte da colazione rientrano nello spazio della mia adorazione. C’è in più il fatto che la colazione, per me, è un momento “sacro”, qualcosa di veramente importante.
Sicuramente tra voi ci sarà qualcuno che inizia la giornata senza mangiare… da una parte vi invidio! Come fate?! Non vi entra un mal di testa tremendo dopo un po’? E il malumore? E le energie fondamentali per affrontare la giornata, come dicono le nonne, le mamme ed ogni pubblicità di prodotti da colazione che si rispetti?!
Ok, torniamo seri: la colazione è il mio modo per iniziare la giornata, un rito.  In estate, se c’è da andare al mare, va bene tutto: mi vesto in un attimo e prendo un caffè e cornetto in spiaggia, perché la spiaggia di mattina è una delle cose più belle che ci siano al mondo. In autunno e in inverno, però, mi piacciono i risvegli lenti e scanditi dal mettere a scaldare il caffellatte o il tè sul fuoco, riempire la tazza e sedermi a tavola a leggere le notizie del giorno o dare una sbirciata ai social. (Ovviamente mangiando anche qualcosa, altrimenti che colazione è?).
Sì, lo so bene: il risveglio lento è un privilegio.
Quando andavo a scuola non avevo molto tempo a disposizione e, qualche anno dopo, il lungo periodo all’EdicolaFiore mi ha insegnato ad apprezzare anche le colazioni al bar, specialmente in orari in cui il caffè è fondamentale per riuscire a combinare qualcosa di buono.
Comunque, democraticamente, moderatamente e concretamente, mettiamola così: sono una fan della colazione, in primis della colazione a casa, e una delle cose che preferisco trovare quando mi alzo la mattina è una torta fatta in casa. Ci sono torte semplicissime, come la torta allo yogurt (che qualcuno conosce come torta dei sette vasetti) o la torta di mele, che sono una garanzia!
Ieri sera invece, per cambiare e provare una nuova ricetta, ho preparato questa:

E’ una ciambella allo yogurt, davvero buona!
La ricetta è di Chiara’s Bakery, è molto semplice e si prepara davvero in poco tempo. Anzi, se volete provarla, vi metto QUI il link. Dal suo blog ho preso anche la ricetta della torta alla curcuma (da provare assolutamente!) e ce ne sono molte altre che vorrei  fare… date un’occhiata, è pieno di belle idee per preparare qualcosa di buono!

Non sempre i blog di ricette di rivelano così utili… di recente mi è capitato di seguirne una per preparare una torta alla ricotta ma… lasciamo perdere, c’era qualcosa di veramente sbagliato, il risultato era a malapena commestibile.
Credo però che con un po’ di attenzione si riescano a trovare idee per cucinare cose diverse dal solito o semplici spunti per combinare in modo diverso i soliti ingredienti.

E voi? Avete qualche blog di riferimento da cui prendere nuove ricette (o anche solo per sognare a occhi aperte con cose bellissime che non riuscirete mai a realizzare, tipo le Torte coi Fiori, di Elena?!)?
Aspetto i vostri suggerimenti, i vostri pareri sui blog di ricette e le vostre idee sulla colazione nei commenti!

Buona colazione, buone torte… buon tutto.

G.

• Nuovi, ritrovati, scambiati: i miei libri per l’autunno •

Settembre è tempo di buoni propositi, sempre.
Come dicevo nel post precedente, è come se iniziasse l’anno nuovo e mi ritrovo sempre a fare bilanci e programmi.

Tra i miei buoni propositi di questo “nuovo anno”, c’è sicuramente quello di continuare a leggere, anzi, di leggere di più.
Durante l’inverno non sono riuscita a leggere molto e la sera crollavo sempre sul cuscino dopo poche pagine. Che poi, senza leggere almeno un paio di pagine non riesco ad addormentarmi bene. Alla fine rischio di mettermi a guardare il telefono e mi perdo fino a tardi tra le foto di Instagram, i post di Facebook… ma poi non riposo bene, fatico ad addormentarmi. La pigrizia (che nei mesi freddi rischia di assalirmi) non porta buone cose.
Con l’estate invece riesco sempre a macinare molti libri, soprattutto al mare, ma anche la sera prima di dormire, visto che fa più caldo e si sta alzati più volentieri (almeno, io sto alzata più volentieri!). Quest’anno in particolare ho trovato molti libri belli, che mi hanno incollata alle pagine ogni sera, fino a tardi. Mi è successo con “Isole Minori” di Lorenza Pieri, “L’amante giapponese” di Isabel Allende e non solo. Quando trovo libri che mi piacciono tanto e mi coinvolgono così, mi viene voglia di tuffarmi subito in qualcosa di nuovo (come quando ascolto un disco che mi colpisce) e mi pento di tutto quello che non ho ancora letto per cui vorrei iniziarne subito un altro e vorrei anche che fosse bello quanto l’altro o più dell’altro. Di recente ho trovato anche un libro che aspettavo da tempo e che invece mi ha delusa… ma non giriamo il dito nella piaga, succede.

Quindi, veniamo a noi: ho fatto mente locale e ho messo insieme una pila! 

Ci sono libri che erano rimasti sul comodino troppo a lungo, regali non ancora “sfruttati” a dovere, l’ultimo Premio Strega… c’è anche un libro scambiato con Acciobooks, un sito fantastico per scambiare e vendere libri! Non lo conoscete? Se vi piace leggere vi consiglio di dare un’occhiata QUI!
In realtà tra le letture in programma ci sono anche “Non lasciarmi mai sola” del mio amico Marco Rettani, “Eva Luna” di Isabel Allende, “Ciò che inferno non è” di Alessandro D’Avenia, i romanzi di De Giovanni e di Manzini, con cui sono rimasta veramente indietro e devo assolutamente recuperare…
Non riuscivo a tenerli tutti su una mano, non sono una grande sollevatrice di pesi, ma sono sul comodino, pronti per essere divorati.
E poi, in realtà, confesso: aspetto Gennaio con ansia perché uscirà in Italia il nuovo libro di Fred Vargas! Non vedo l’ora di ritrovare il commissario Adamsberg, Danglard, Betancourt, Palla, il Tesorino… se non lo avete mai letto, andate, subito! Non ve ne pentirete, fidatevi di me.

Ho iniziato a rispettare i miei buoni propositi di settembre con “Le otto montagne” di Cognetti… non dico nulla per adesso, aspetto di finire il libro e magari ne parliamo in un altro post!

E voi invece… avete letto questi libri? Cosa ne pensate? Cosa avete letto questa estate? Aspetto i vostri commenti e i vostri suggerimenti!

(Sì, il segnalibro è bellissimo. E’ di MyBookmark, date un’occhiata!)